Che cos'è Superfici 1.0?
E' un progetto di intervento architettonico temporaneo e non invasivo sulla città. Attraverso le proiezioni diamo visibilità a immagini, le nostre animazioni vengono concepite come un tutt'uno con la superficie di proiezione, ne sono parte integrante. E' il nostro modo per far scoprire a concittadini e passanti una città bella. Lo facciamo da soli perchè il comune è troppo impegnato a distribuire soldi ad amici di amici capaci di fare cose mediocri e tristissime, tipo la mitica nevicata di capodanno in piazza, con la metà dei soldi avremmo illuminato di proiezioni tutta la piazza... altrochè nevicata.
Avete mai avuto rapporti/fatto proposte al comune?
L'idea di superfici nasce nel 2002, allora le tecnologie erano molto più costose e un progetto del genere implicava necessariamente un soggetto istituzionale. Non ci piace il sistema dei favori, crediamo in un modello meritocratico di sviluppo per cui abbiamo sempre fatto le cose da cittadini spedendo via posta almeno 6 volte il progetto all'assessorato alla cultura e chiedendo via telefono incontri. Mai ricevuto risposte. Perchè l'unico modo per fare iniziative pubbliche in città è avere rapporti privati con gli amministratori, questo è il requisito principale richiesto per fare cultura.
Dove l'amicizia non è mai garanzia di qualità, anzi. Per cui abbiamo sviluppato un'attitudine alla testimoni di Geova rifiutiamo trasfusioni di soldi pubblici.
Quindi il progetto come ha fatto a progredire?
Attraverso imprenditori privati della città visionari e coraggiosi come Omnidrive il manager del marchio Sugar Babe o Marco Orea Malia' uno dei pochi che non ha mai confuso il successo con la fine della ricerca!!! E poi Comunicazionivisive.net uno studio associato di creatività multimediale che opera nel mercato e investe in ricerca e sperimentazione ogni cent del suo utile. Ma anche molti altri privati o società che credono nella realizzazione delle buone idee senza guardare da dove o chi vengono. Che il futuro della cultura sia in mano ai privati, in certi casi, può anche essere un bene quando i soldi pubblici vengono utilizzati sulla base di interessi sempre più sfacciatamente privati.
Finchè esistono imprenditori e managers sensibili una possibilità ancora ci sarà.
C'è una forte dimensione politica quindi?
Il principio di delega è l'oppio dei popoli, il nostro obiettivo metaforico e reale è fare alzare la testa alla gente, tracciamo una linea sulla frattura tra chi amministra la città e chi la vive. Percorriamo questo solco dove le chiacchiere stanno a zero. Sappiamo che non possiamo contare sull'aiuto delle istituzioni, ma che anzi ci possiamo aspettare forme di boicottaggio e repressione. Anche questa è una vecchia storia ma stavolta abbiamo già salvato, così è restata in memoria.
Fatico a capire la vostra precisa collocazione politica?
Destra o sinistra è un vecchio gioco in scatola tipo “Corteo” una volta andava forte ma poi è andato fuori produzione. Il problema è che ci costringono a giocare ancora solo a quello.
Per noi non esiste destra o sinistra, ma unico fronte trasversale il cui obiettivo è la difesa del vecchio, uno schieramento che attraversa la sinistra antagonista passando dal centro e raggiungendo la destra più estrema. Non ci interessa collocarci quanto ribadire semplicemente la nostra opposizione al gioco. Non giochiamo a Corteo perchè abbiamo computers di ultima generazione e consolle da gioco che sono meglio. Giochiamo la nostra partita contro i passatisti. Se vuoi la collocazione precisa ti posso rispondere “di sopra”.
Avete promosso varie iniziative contro l'identificazione e l'acquisizione di dati sensibili perchè?
Riteniamo che l'identificazione sia la forma più sottile di repressione e controllo,
per ogni azione e pensiero che si compie viene chiesto come corrispettivo l'identificazione o un documento di riconoscimento, è una forma di controllo atta
a dare la sensazione che in qualsiasi momento siamo rintracciabili, ricattabili, perseguibili. Sfuggire ed identificare la maglie di questo sistema diventa vitale
per creare aree agibili.
Veniamo ai contenuti cosa rappresentate?
Rappresentiamo soprattutto ombre, sono l' icona dell'omologazione e dell'appiattimento che stiamo vivendo. Le silhouette ci consentono quel livello di astrazione che permette allo spettatore di identificarsi in ciò che vede magari con auto ironia. La città per noi è un'enorme tela, ci muoviamo in totale autonomia, il nostro generatore di corrente a motore euro 4 ultra silenziato è la metafora della nostra libertà di azione, la riflessione sulla autonomia energetica è fondamentale, per questo insieme a Danilo Traverso, un artista che lavora da anni in questa direzione, stiamo progettando un sistema di trasporto e alimentazione per le nostre tecnologie a emissione 0.
Chi siete?
Direi di fatto una ronda, come le migliori ronde andiamo in giro intorno alla mezzanotte. Abbiamo dai 17 ai 42 anni. Una formazione spontanea di individualità modeste e geniali fuori dai criteri mafiosetti di spartizione e gestione degli spazi e delle occasioni. Siano spazi pubblici e/o autogestiti.
Chi sei tu Hansy Lumen?
Johann Lumen detto Hansy un artista viennese omosessuale, comunista, di padre ebreo e di madre Rom, nell'Austria nazista avevo modificato un diaproiettore militare e proiettava messaggi di opposizione alla dittatura sulle facciate delle sedi militari, la mia avventura è durata qualche mese prima che venissi preso e giustiziato da un plotone di SS. La mia storia eroica è pressochè sconosciuta, anche se si vocifera che l'unità di misurazione dell'intensità della luce dei video proiettori ANSI LUMEN sia un tributo al mio coraggio, ad ogni modo sono un'icona che ritorna!!!
Perchè odiate tanto il sindaco di Bologna?
Non lo odiamo pensiamo solo che non abbia la minima idea di cosa stia facendo alla città, gli concediamo anche la buona fede perchè prima non c'era quindi non può sapere che cosa sta uccidendo. Pensiamo che sia l'icona di una deriva pericolosa, l'ammissione che è lecito per la sinistra, che non ha risposte, utilizzare prassi e metodi di destra, questo spaventa. Penso che una grossa responsabilità nella degenerazione della xenofobia a cui assistiamo venga soprattutto dai sindaci sceriffi progressisti di cui Cofferati è la prima generazione, la matrice.
Ultimo non ultimo, come dei pirla, molti di noi l'hanno votato; se compro uno spazzolino in farmacia e tornando a casa mi accorgo che mi è stata venduta una macchina per l'estrazione di denti torno in farmacia, se il farmacista non mi restituisce i soldi mi incazzo. Rivogliamo indietro il nostro voto. Esercitiamo il nostro potere di consumatore elettore attraverso una protesta silenziosa e luminosa.
Prospettive future?
Alla fine della fase 1.0 passeremo alla fase 2.0 questo modello ci permetterà di evolvere la nostra struttura molecolare per essere quanto più veloci e inafferrabili, imparando dagli errori e trovando sempre nuove soluzioni. Come l'eterna lotta del topo e il gatto solo suddivisa per fasi logiche.
martedì 3 giugno 2008
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